lunedì 22 dicembre 2008

Liberta' sessuale o prigionieri del sesso ?

E' difficile essere obiettivi quando si discute di calcio, figurarsi quando si parla di religione oppure di valori. Se poi si tocca il discorso "sesso" allora si rischia la lapidazione sommaria. Sara' masochismo, ma credo valga la pena parlarne. Il sesso e' parte integrante del nostro "essere viventi", e' un istinto che garantisce la prosecuzione di ogni specie animale sulla Terra dall'albore dei secoli.
E' davvero un discorso che trova tutti concordi, di destra, di sinistra, e nonostante molte religioni ne limitino "l'utilizzo", davvero poche persone ne seguono le indicazioni, tant'e' che il termine "sfigato" (lascio all'immaginazione la sua origine) e' oramai parte integrante del vocabolario comune. Inevitabile sentirsi "galli" da parte degli uomini (che spesso si sentono piu' maschi che uomini, cioe' persone dotate di neuroni), seguiti a ruota dalle donne, che in modo meno evidente fanno comunque della loro liberta' sessuale una bandiera, quasi una rivendicazione di parita' (triste illusione).
La riflessione e la conoscenza di noi stessi, i messaggi provenienti da persone illuminate (spesso purtroppo male interpretati, anche da esponenti religiosi) sono l'unica chiave per interpretare al meglio questo punto controverso.
Il Buddismo arriva, nella sua interpretazione originale, a considerare tutti gli stimoli eccessivi per il piacere umano come ostacoli da rimuovere per la crescita e la felicita' dell'individuo. ed il sesso e' proprio tra questi.
Il Cristianesimo indica esplicitamente la sacralita' dell'unione tra due persone nell'Amore, e il rispetto della propria persona cosi' come quella altrui in quanto "tempio" di Dio.
Gandhi faceva della meditazione, del veganesimo (abolizione di cibi di origine animale) e dell'astinenza sessuale un perno della sua "ginnastica" spirituale.
Madre Teresa di Calcutta faceva della preghiera e della attenzione alla poverta' umana cibo per la sua spiritualita'.
Tutti cerchiamo giustificazioni per i nostri interessi. E' l'istinto umano. Ma non possiamo nasconderci alla verita', anche quando e' scomodo.
Cosa hanno in comune questi grandi personaggi e le religioni che ho menzionato?
La prima constatazione che fanno e' di evidenziare la nostra poverta' interiore. Se non si conosce la malattia, come si potra' mai curare la causa?
La seconda e' proprio una tra le cause della nostra poverta': la mancanza di Amore per se stessi e per il prossimo, anche (e questo so che potrebbe suscitare una reazione rabbiosa per chi ancora mi sta' leggendo) per chi ci e' piu' caro.
Noi amiamo o usiamo? Noi facciamo l'amore o cerchiamo solo di possedere per qualche momento il corpo di un'altra persona? Quante "stupidate" facciamo per sentire del piacere fisico? Quante sofferenze abbiam causato per soddisfare solo un istinto? Abbiam capito che senza Amore il sesso e' solo una "droga" alla pari della cocaina o di una bottiglia di alcolici? Ci rendiamo conto che ci sentiamo uomini solo se utilizziamo i nostri "attributi" fisici, mentre in realta' ci comportiamo solo come maschi o femmine di qualsiasi genere animale? Perche' mai dovremmo vergognarci di considerare l'Amore e gli affetti superiori ad una "sensazione" ?
Sono questi i punti che Gandhi, Gesu', il Budda e Madre Teresa ci vorrebbero comunicare, in modi diversi ma con la volonta' di togliere a noi un peso e un ostacolo al nostro diventare Uomini.
In particolare il Cristianesimo lancia un messaggio molto profondo e "innovativo", quasi rivoluzionario. Il sesso non deve piu' essere il fine ma il mezzo per Amare profondamente il sia noi che il proprio caro. Non siamo piu' strumenti ma attori. Non siamo piu' usati ma padroni di noi stessi.
E' un messaggio incredibilmente attuale e nuovo, per nulla legato a privazioni e sofferenze, come molti ritengono, ma alla gioia di vivere nel modo piu' umano e vero.
Altrimenti il sesso non puo' che creare problemi anche gravi, come appunto le droghe, l'abuso di alcool, la smania di potere. E questo vale per entrambi i sessi.
Gia' da tempi arcaici le donne riuscivano a condizionare eventi (vedi Cleopatra) grazie alla propria avvenenza ed eventuale "disponibilita'", pur avendo un ruolo socialmente inferiore (almeno "ufficialmente") a quello dell'uomo. Cosi' si e' proseguiti fino alla seconda meta' del 900, dove, con le giuste battaglie e i giusti riconoscimenti, le donne hanno raggiunto - o quasi - i ruoli prima esclusivamente di pertinenza maschile e sono riuscite addirittura a diventare imperanti nella struttura sociale della gestione della casa. Sara' perche' c'e' maggior difficolta' per l'uomo di avvicinarsi ad una donna, o perche' l'uomo deve sempre voler conservare il suo ruolo da "conqueror" mentre la donna ha piena autonomia e riesce a gestire con molta tranquillita' i propri impulsi "sessuali", che ci siam trovati a vedere sempre piu uomini ridotti a stracci, alla ricerca di una compagnia, anche se con poca convinzione, e con le donne che in cambio si siedono su un "trono" e impongono ruoli subalterni e patetici a parecchi uomini.
L'Amore tra due persone e' qualcosa di magico, in cui il sesso e' la ciliegina sulla torta e rende il tutto meraviglioso. Ma usciamo dal ciclo vizioso in cui se non si fa sesso non ci si sente persone con la dignita' umana, altrimenti creiamo danni enormi.

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